Segni come fonemi di un racconto che si dipana in mille e una storia diverse, ricomposte in immagini dal profilo familiare oppure soltanto evocative di forme già viste o anche semplicemente sognate. La produzione grafica di Cavallo è una summa di informazioni visive di sapore enciclopedico, quasi da speculum medioevale, incasellate con il rigore e l’esattezza di una catalogazione scientifica.

Tutto l’ universo di cose e di persone che abita l’opera dell’artista lo ritroviamo qui, in scala ridotta, a formare un Indice degli argomenti di facile consultazione, a dispetto della varietà e complessità dei temi. Perché ognuno di noi può estrapolare l’informazione che cerca, senza bisogno di chiavi di lettura o di strumenti esegetici: è sufficiente accostarsi al disegno per coglierne il senso e la forma che dispiega il racconto.




Così, invertendo la percezione iniziale, la mente restituisce ciò che l’occhio non poteva vedere data la distanza dal foglio e l’ideogramma si scioglie nella sequenza ritmata di un comic strip, di chiara ascendenza pop: divertente ed intrigante, da leggere tutto d’un fiato.
















Cavallo invita lo spettatore ad “entrare” nell’opera, a cercare al suo interno i pezzi di una storia da comporre a proprio piacimento, sfruttando i personaggi e gli oggetti che trova per mettere in scena un racconto ogni volta diverso, creativo ed unico come è ogni uomo. Lo invita a giocare mettendogli a disposizione un intero magazzino di emozioni e di ricordi lontani, di oggetti misteriosi eppure familiari perché evocativi di un qualcosa o di un altrove già vissuto, anche solo immaginato ma non per questo meno vivido.












È sorprendente l’effetto optical di queste opere e l’inganno visivo che produce nell’occhio. Visti da lontano i disegni somigliano a tavolette in scrittura cuneiforme e dunque la prima impressione, anche per questo motivo, rimanda a qualcosa di misterioso ed arcano, incomprensibile e segreto. Avvicinando l’occhio, poi, tutto diviene chiaro ed intellegibile ma al tempo stesso complesso e ricco di suggestioni da sviluppare, di spunti cui dare seguito per riordinare mentalmente il filo logico del racconto. Ed è sul piano della ragione che scatta la dinamica tra spettatore ed opera, inchiodando il primo ad un esercizio paziente di analisi e di sintesi che è al tempo stesso ludico e creativo e, perciò, mai noioso né pedante.



È un gioco, sì; ma intelligente e colto come una sciarada, sempre nuovo e diverso come si addice ad uno schema enigmistico complesso. Mai banale.

Le spietate, marker su carta da spolvero 33×48 cm, 2014




Esodati, marker su carta 24×33 cm, 2014





I might be wrong, carboncino su carta 29×40 cm, 2011
Ceramica

2019








2018/2017





Sub, piatto in ceramica, diametro 43 cm, 2017 * coll.privata







Rosone, bolo in ceramica, diametro 35 cm, 2017 * coll.privata

Calypsos n.5, piatto in ceramica diametro 33 cm, 2017 * coll.privata



